Intervista a Katia Sisto
Katia-sisto

La Storia mi ha aperto le porte del cinema 

Il mestiere del truccatore professionista spesso appare poco chiaro a chi non è del settore. Nonostante i possibili fraintendimenti rimane tuttavia un ruolo in grado di suscitare grande curiosità: di cosa si occupa esattamente un make up artist sul set cinematografico? Come interagiscono tra loro i diversi reparti artistici? Quanto è importante una buona progettazione e un buon team di lavoro?

La nostra rubrica PRO nasce proprio dall’esigenza di rispondere a queste e a molte altre domande, mostrandovi l’intero quadro di lavoro dal punto di vista di chi ogni giorno lo vive in prima persona.

Per questo motivo abbiamo deciso di dedicare un intero spazio del nostro giornale alle interviste dei professionisti così da regalarvi in ogni numero le sensazioni e le emozioni di chi lavora nei backstage dei film, serie tv ed eventi del momento!

Intervistiamo da vicino la truccatrice internazionale Katia Sisto, Make Up Designer della nuova serie Sky Original “DOMINA” incentrata sulla figura dell’imperatrice romana Livia Drusilla.

Katia è una donna straordinaria, con un bagaglio di esperienze e cultura che va indagato con cautela per non restarne irrimediabilmente spiazzati. Un colloquio illuminante che ha aperto le porte a racconti dai quali è stato impossibile distogliere l’attenzione. Produzioni internazionali, cast stellari e registi imponenti hanno accolto la sua immensa professionalità, la stessa con cui siamo grati di essere stati omaggiati oggi.

Ciao Katia per noi è un grande onore averti qui. Non appena ci siamo incontrate mi hai subito incantato parlandomi un po’ di te. Vorresti raccontare anche ai nostri lettori come è nato l’amore per questo mestiere e per le arti affini come ad esempio la pittura? 

Certamente. Allora nel 1990 ho scelto di frequentare il corso per diventare truccatrice perché durante le medie avevo sviluppato un vero e proprio amore per il disegno e per la pittura che purtroppo poi non ho portato avanti alle superiori, avendo fatto ragioneria.

Nel mio paese, Monopoli, c’era solo una scuola con indirizzo artistico ma non convincendomi molto per vari motivi ho preferito fare un altro percorso, anche se dopo me ne sono pentita tantissimo; a un certo punto infatti ho sentito proprio che volevo fare qualcosa di diverso tanto che quando ho iniziato il corso di trucco mi si è aperto un mondo!

A quel punto non importava neanche più se facessi cinema, moda o televisione, era proprio la possibilità di fare qualcosa con le mani e di creare che mi faceva sentire bene; ho capito che c’era veramente tanto da imparare e questa cosa per me fu molto stimolante perché fino a quel momento ero sempre stata dentro una scuola che non mi apparteneva. 

Dopo la formazione In quale settore hai avuto le prime esperienze?

Dopo ho avuto modo di andare in America perché ero fidanzata con un ragazzo che faceva il fotografo e lì sono entrata proprio dentro il discorso moda perché ero circondata solo da persone che facevano trucco e parrucco per le riviste e per editoriali. 

Ho capito anche molto l’importanza dell’inglese perché quando sono tornata in Italia dopo un anno, mi sono accorta che almeno nel mio paese erano pochissimi i ragazzi della mia età che sapevano parlarlo. Per cui ho compreso che bisognava puntare su quello e migliorarsi, e per questo poi sono andata a vivere a Londra.

Quindi una formazione professionale e il rimanere sempre aggiornata, il tutto congiunto poi chiaramente all’esperienza sul campo, per te è stato fondamentale

Sì sì assolutamente, io sono molto per l’istruzione, ho un figlio di quattordici anni e in questo senso gli sto dietro tantissimo perché per me avere una cultura è tutto. Poi con il nostro lavoro se sei uno a cui piace veramente farlo,quando inizi un nuovo progetto o una nuova esperienza ti vai ad informare,hai sempre lo stimolo di capire quello che succede e che cosa devi cercare per riuscire a fare il tuo lavoro nel modo migliore. 

E diciamo che veramente è stata proprio la Storia, intesa come disciplina, che mi ha condotto poi sulla via del cinema! Perché in Inghilterra avevo iniziato con la moda ma mi ero resa conto che proprio non era il mio campo. Invece amavo tanto la situazione dei film in costume, studiare un periodo e approfondirlo per poi creare qualcosa di nuovo.

Per me poi è fondamentale avere un bel team di lavoro con cui confrontarsi, avere qualcuno che viene con me quando faccio i film,avere persone vicino che si occupano di trucco ma anche di capelli e di costume e insieme creare quello che poi sarà il progetto finale.

A proposito dell’inglese e come hai appena accennato dell’interazione tra i vari reparti,volendo parlare nello specifico di DOMINA che è una produzione inglese, dal respiro internazionale, quanto hanno contato la conoscenza della lingua e la tua esperienza all’estero?

Sicuramente il fatto di parlare inglese è stato un buon bigliettino da visita, anche perché nella produzione erano tutti inglesi. Poi quando inizi un lavoro con una produzione straniera e devi fare i colloqui, questa volta anche con WA e con skype data la situazione, se non sai parlare c’è poco da fare. Quindi chiaramente mi ha aiutata tanto il fatto di avere dimestichezza con la lingua perché ho avuto la possibilità di affrontare i primi colloqui con il regista e con i produttori in maniera spigliata…e se non convinci loro il lavoro non lo prendi.

Immagino poi che la tanta esperienza sul campo abbia aiutato anche a capire come interagire sul set, e a chi rivolgersi

Certo, diciamo che su un set alla fine le persone alle quali ti riferisci di più sono i costumisti, io ho lavorato con tanti costumisti bravissimi e devo dire che il rapporto con loro è sempre molto importante. Per esempio recentemente ho fatto parecchi lavori con il premio Oscar Gabriella Pescucci e sono così felice e onorata di questo! Per me lei è come ti posso dire, una divinità, per l’esperienza che ha, per la cultura che ha, io sono proprio incantata a sentirla parlare, a vedere i suoi bozzetti.

Che meraviglia! Tra l’altro Gabriella Pescucci, come hai già ricordato premio Oscar, si è occupata anche dei costumi di DOMINA, immagino ci sarà stata una lunga progettazione

Ovviamente sì! Adesso poi adesso si usa tantissimo fare moodboard, quindi la maggior parte dei registi ti chiedono  di realizzare una moodboard per capire cosa pensi del progetto, che idea generale hai per l’attore principale e per i secondari e quindi non sapendo ancora cosa Gabriella avesse in mente per i costumi le ho chiesto di inviarmi appunto qualche bozzetto. Tra l’altro l’ho incontrata stamattina sempre super chic vestita di rosso, spettacolare!

Anche per DOMINA quindi hai dovuto realizzare una moodboard?

Sì sì per DOMINA è stato importantissima! Perché siccome la serie copre un arco di tempo molto lungo, diciamo che la produzione per scegliere il cast voleva prima vedere più o meno che tipo di look noi avessimo immaginato per i vari personaggi, considerando anche il fatto che molti di loro sarebbero stati due personaggi diversi tra i primi episodi e il resto della serie, essendo troppo giovani per farli recitare in tutti quanti dal primo all’ultimo. 

Quindi abbiamo fatto le moodboard con tutte le foto di Kasia Smutniak e la prima regista Claire McCarthy che ha diretto i primi tre episodi, teneva particolarmente alle moodboard, perché voleva qualcosa di diverso, di più moderno da abbinare all’antico, noi invece avendo già fatto dei progetti precedenti sullo stesso periodo ci eravamo inizialmente ispirate a foto di vecchi film, documentari, statue, figurini di tutti i generi. Alla fine però abbiamo optato per appunto un input più moderno: quindi un look lucido, giovane e fresco, con le sopracciglia pettinate verso l’alto, un po’ come vanno adesso. Tutto però rispettando sempre il fatto che le donne romane si truccavano tanto, usavano i bronzi, usavano gli ori…quindi abbiamo usato spesso dei luminizer per ottenere questo effetto di antico e moderno insieme.

Come è stato il primo impatto con i copioni?

Allora per leggerli tutti e tre ho avuto pochissimo tempo perché avevo il colloquio con il regista e i produttori dopo circa quattro giorni… però mi sono immediatamente innamorata della storia, perché è proprio una storia che ti prende subito! Le vicende di questa donna potente, pazzesca, che è riuscita nell’Antica Roma ad avere la possibilità di interagire con un entourage di soli uomini politici e potenti, dove lei riusciva sempre ad avere l’ultima parola ottenendo ciò che voleva…si i copioni erano molto belli, ti prendevano tanto e quindi me li sono letti tutto d’un fiato…poi chiaramente sono cambiati molte volte quindi poi ho dovuto rileggerli per fare tutti i raccordi tra le scene e per cercare di capire come organizzare il trucco per tutti quanti. Considera che abbiamo avuto tantissime figurazioni, chiaramente nel periodo prima del lockdown….avremmo avuto tipo 20 attori al giorni più penso almeno 100 figurazioni, ogni volta per le scene di massa dentro gli studi di cinecittà è stato davvero un lavorone, degno di domina direi.

Quali sono state invece, a livello di caratterizzazione, le scelte per rendere al meglio le personalità del soggetto di Livia e la sua storicità?

L’attrice protagonista Kasia Smutniak aveva Arianna, la truccatrice personale che è bravissima e la segue da vent’anni ed è lei che infatti l’ha seguita per tutta la serie. Io però occupandomi del design le ho indicato quello che per me era più giusto fare e insieme abbiamo creato un look ad hoc che poi ha portato per tutto il girato. La scelta è stato fatta considerando che il personaggio di Livia rispetto alle altre donne, e nella serie ce n’erano tante, era quella che rimaneva un po più naturale, quasi noncurante del suo trucco perché chiaramente nella trama aveva altri interessi. Quindi abbiamo cercato di realizzare innanzitutto un trucco che si avvicinasse tantissimo a quello che avevamo già fatto per la prima domina; infatti per i primi episodi abbiamo truccato l’attrice che interpretava Livia da giovane (Nadia Parkes) fino a quando non è entrata Kasia.

Quando poi è subentrata Kasia abbiamo perciò deciso di mantenere quel look naturale e fresco che avevamo già cominciato con Nadia.(HO MODIFICATO QUESTA PARTE togliendo “ragazzina” e “bambina” e mettendo il nome dell’attrice). Questo lavoro è stato fatto proprio per differenziare le due dominae dalle altre donne della serie: Scribonia e Ottavia interpretate da Christine Bottomley e Claire Forlani sulle quali invece ci siamo divertite molto e abbiamo sperimentato con il make up.

Quando si fa un film o una serie è infatti molto importante essere coerenti con il linguaggio del colore della forma per fa sì che un personaggio risulti immediatamente riconoscibile al pubblico. Per questo abbiamo differenziato tantissimo le tre donne attraverso il trucco.

In generale è stato un lavorone, ma la produzione ci ha proprio coccolato, l’ambiente era sereno e divertente, sono stati tutti davvero carini. Certamente anche faticoso ma pieno di soddisfazioni. D’altronde facciamo il lavoro più bello del mondo!

Da come racconti eravate in maggioranza donne o sbaglio?

Sì esatto, è stata una produzione tutta al femminile! La prima regista Claire ha infatti scelto tutte donne, per cui facevamo queste riunioni con soli due uomini e venticinque donne…è stato bellissimo…sorride.

Ti rivedi un po’ nella figura di donna forte, libera ed indipendente di Livia Drusilla?

Allora diciamo che secondo me c’è un po’ di Livia Drusilla in tutte noi…pure in te secondo me! Comunque certo le donne sono ormai talmente forti e indipendenti che io sì mi sono rivista in lei perché comunque ho un figlio, un lavoro che mi prende tanto e una carriera sicuramente impegnativa. Al momento sto lavorando molto e gestire tutto quanto non è così semplice, malgrado io sia un tipo molto organizzativo. Mi piace proprio tenermi impegnata e fare tante cose. Però questa donna era sicuramente una cosa a parte perché lei nel suo tempo era unica nel suo genere, un unicum storico senza precedenti.

di Agnese De Martis

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